Vinicio Capossela: online il video de “Il Treno”
Vinicio Capossela ha pubblicato online il video ufficiale de “Il Treno”, brano che chiude il suo ultimo album “Canzoni Della Cupa”, rilasciato il 5 maggio 2016 (La Cùpa / Warner Music Italy).
Il video è stato girato da Chico De Luigi e Dario Cioni, con la preziosa collaborazione della Fondazione Ferrovie dello Stato, che nel corso dell’ultimo Sponz Fest 2016 ha messo a disposizione la prima corsa della tratta Avellino – Rocchetta, recuperata ad uso turistico.
La linea è stata letteralmente presa d’assalto, tanto dai viaggiatori quanto da un drappello di banditi a cavallo (briganti della Basilicata e cow boy della vallata) in un grande momento di emozione collettiva. Le immagini ci restituiscono il senso di meraviglia e speranza che l’arrivo del treno ha portato con sé. Un treno che non arriva, come l’uccello della canzone, a inghiottirsi nel petto le persone, ma a riportarle a casa, e viene accolto con festa e viva emozione, come una persona cara di cui si sentiva la mancanza.
La linea ferroviaria Avellino – Rocchetta, fu costruita a fine ‘800 con lo scopo di collegare le coste con le zone dell’Irpinia interna per le quali “la geografia si imponeva alla storia”, come diceva Giustino Fortunato. Il treno fu il mezzo principale che segnò l’emigrazione degli anni ‘50 e ‘60. Lo svuotamento demografico e il trasporto su ruote hanno causato la sospensione della linea. Linea che una recente disposizione sta recuperando ad uso turistico per lo straordinario valore paesaggistico dei luoghi attraversati.
Attualmente impegnato con le ultime date nei teatri italiani, Vinicio Capossela partirà a maggio per il Tour Europeo. Dal 28 aprile infatti, a seguito di una grande richiesta, il suo album “Canzoni Della Cupa” definito dalla celebre rivista inglese Mojo «la più grande opera» del cantautore, uscirà ufficialmente in Germania, Austria e Svizzera.
“Il Treno” – Testo (Lyrics)
Il treno è arrivato una mattina
col fumo nero della notte prima
la sirena il richiamo ha tirato
e tutto il paese giù si è buttato.
Per primo è partito lo stracciato
da quella casa sua nera di fumo
infine se n’è andato Mandarino
con tutte le sementi del magazzino
Quelli del Castello sono scesi
uniti a quelli della Pagliaia
e tutta la vallata se n’è andata
e neanche una gallina l’hanno lasciata.
Il paese se n’è andato una mattina
senza un avviso senza cartolina
come una mandria buttati fuori,
uomini, cani, sorelle e fiori
come una mandria buttati fuori,
uomini, cani, sorelle e fiori
Le loro chiacchiere le hanno inchiodate
sulle bocche mute delle porte chiuse
e le finestre abbandonate
come occhi neri sono restate.
Il Sonnoso è arrivato in ritardo
per ultimo ha gettato indietro lo sguardo
poi con la valigia ha fermato il treno,
“Fermi aspettatemi se no mi meno”.
E così se n’è andato Tavolone
che lo faceva sul tavolaccio
con Peppe Nacca, Breccia e Piscone
se ne sono partiti tutti sottobraccio
Pure il diavolo hanno preso le Masciare
l’hanno preso e avvolto nel grembiale
e con il demonio così ingarbugliato
l’arco degli zingari hanno lasciato.
Uh uhhhh
E hanno lasciato i rami ritorti,
la luna nuova e le croci dei morti
i campi anneriti e le masserie
tutto si è preso la ferrovia.
Una scanata rotonda di pane
Vituccio in braccio se l’è portata
poi tutta se l’è tutta abbracciata
e per una settimana se l’è mangiata
e tutta se l’è, tutta abbracciata
e per una settimana se l’è mangiata…
Come una rosa, come una spina,
come una fortuna, come una rovina
quello che avevo ora se n’è andato,
quello che viene non è trovato
e se la vita mi viene addosso
con questo treno così la pena
così com’ero, restar non posso
quello che sono mi porto addosso,
quello che sono mi porto addosso.
Uh uhhhhh
Il treno è arrivato una mattina
come un uccello dalla collina
sui binari ha aperto le ali
e dentro il petto se li è portati.
E lontano lontano all’orizzonte
uno schermo gli è apparso lontano di fronte
e tremava di luce e bagliore
la visione del grande televisore.
E lontani li inghiottiva lontani
come il conforto dell’ultimo porto
e lontano gli vegliava dall’aia
la canizie della vecchiaia
e lontano gli vegliava dall’aia
la canizie della vecchiaia
Come una rosa, come una spina,
come una fortuna, come una rovina
quello che avevo ora se n’è andato,
quello che viene non è trovato
e se la vita mi viene addosso
con questo treno così la pena
così com’ero, restar non posso
quello che sono mi porto addosso,
quello che sono mi porto addosso.
Uh uhhhhh
“Canzoni Della Cupa” – TrackList e Cover
Disco 1 – Polvere
- Femmine – 3.27
- Il lamento dei mendicanti – 3.26
- La padrona mia – 3.31
- Dagarola del Carpato – 3.45
- L’acqua chiara alla fontana – 3.55
- Zompa la rondinella – 5.11
- Franceschina la calitrana – 3.46
- Sonetti – 5.26
- Faccia di corno – 3.12
- Pettarossa – 3.27
- Faccia di corno – L’aggiunta – 4.09
- Nachecici – 3.48
- Lu furastiero – 1.55
- Rapatatumpa – 3.48
- La lontananza – 2.54
- La notte è bella da soli – 2.19
Disco 2 – Ombra
- La bestia nel grano – 5.33
- Scorza di mulo – 5.48
- Il Pumminale – 4.40
- Le creature della Cupa – 5.33
- La notte di San Giovanni – 5.48
- L’angelo della luce – 4.59
- Componidori – 5.13
- Il bene mio – 3.37
- Maddalena la castellana – 4.00
- Lo sposalizio di Maloservizio – 5.00
- Il lutto della sposa – 3.00
- Il treno + La golondrina (Ghost track) – 10.59