Jovanotti: online il video de “Le Canzoni”
Lorenzo Jovanotti ha rilasciato il nuovo singolo “Le Canzoni”, tratto dall’album “Oh, Vita!” e in rotazione radiofonica da venerdì 26 gennaio.
Continua così l’esplorazione del nuovo lavoro di Lorenzo prodotto da Rick Rubin (gia doppio Platino), con il secondo capitolo dell’album che arriva dopo il grande successo della title track “Oh, Vita!”, il singolo più ascoltato nelle radio italiane.
Il nuovo pezzo si distungue per la cassa dritta, che scandisce un ritmo forte e incalzante su cui scivolano strofe frenetiche e un ritornello astratto e preciso; il brano più dance di tutto il disco e che sicuramente scatenerà il pubblico dei Live.
Il lancio de “Le Canzoni” è stato accompagnato dalla pubblicazione del video ufficiale diretto da duo Younuts!, Antonio Usbergo & Niccolò Celaia per ART+VIBES.
La clip, come si legge nel comunicato stampa, è la metafora della vita stessa in bilico tra sogno e realtà, tra desiderio di fuga e presenza nell’attimo, capace di evocare sensazioni fatte di lustrini e paillettes, classici elementi dello “Spettacolo”.
In mezzo alla scena infatti, troneggia la grande scritta “Fantastico 2018”, mentre un gruppo di ben 30 ballerini danzano sui versi della canzone, le coreografie di Alessandra Valenti.
I costumi indossati dal corpo di ballo, voluti da Nicolò Cerioni, portano firma del grande costumista Luca Sabatelli, mentre Lorenzo col suo abito scuro appare come un sobrio conduttore televisivo del futuro.
“Non lo so in che modo ci sia finita dentro la scritta Fantastico 2018, i costumi del grande Sabatelli delle trasmissioni storiche che siamo andati a ricercare nelle sartorie tv (con la sua meravigliosa supervisione), l’atmosfera da cinema indipendente, la coreografia di Alessandra Valenti che ha fuso il balletto televisivo anni 90 con le danze Maori e Bollywood, la cravatta da venditore di auto texano – ha raccontato l’artista aggiungendo – Non lo so spiegare, ma tutto questo mi appartiene e sta dentro la canzone, questo lo so per certo”.
“Le Canzoni” – Testo (Lyrics)
Sorridendo ti verrà da piangere
A pensare a quante volte nei momenti d’oro
Stavi pensando ad altro
In un altro luogo con un altro tempo
Proprio ora che ti sto guardando
Dentro a questo angolo di questo mondo
Dove le canzoni sono spiriti
Come da ragazzi siamo stupidi
E ci piacciono le cose sbagliate
Che poi forse sono quelle giuste
E nuotiamo controcorrente
E prendiamo decisioni assurde
Ma più ci rifletti e più fai errori
È l’istinto il braccio che ti tira fuori
Dalle sabbie mobili
Che trascinano giù
Hai ragione tu
Le canzoni
Non devono essere belle
Devono essere stelle
Illuminare la notte
Far ballare la gente
Ognuno come gli pare
Ognuno dove gli pare
Ognuno come si sente
Ognuno come gli pare
Ognuno dove gli pare
Ognuno come si sente
Come fosse per sempre
Come fosse per sempre
La mia voce mi esce fuori da dentro
Da una zona che fuori controllo
Gonfio i polmoni passa dal collo
Poi esce e non torna più indietro
Pensavamo bastasse a rompere un vetro
Che ci divide dal resto del mondo
Per essere liberi in fondo
È una superficie, sulla superficie si può leggere il senso profondo
Nella leggerezza di una canzone
Flash che becca l’espressione
Siam tutti diversi tutti dispersi
Sempre sull’orlo di una rivoluzione
Guardare il mondo come un’autopsia
Che uccide la fantasia
Come marinai di una canzone celebre
Verso un mondo di persone libere
Le canzoni
Non devono essere belle
Devono essere stelle
Illuminare la notte
Far ballare la gente
Ognuno come gli pare
Ognuno dove gli pare
Ognuno come si sente
Ognuno come gli pare
Ognuno dove gli pare
Ognuno come si sente
Come fosse per sempre
Come fosse per sempre
“Oh, Vita!” – TrackList (raccontata) e Cover
[toggler title=”01. Oh, Vita! – (03:34)” ]È la porta d’ingresso all’album, strofe in free style e un ritornello che suona come un mantra collettivo anche se Lorenzo lo coniuga in prima persona. E’ un rap dove Jova e Rubin si incontrano nella loro essenza, come se si conoscessero da sempre, e si divertono. Oh, Vita! incarna la verità di questo disco, senza decorazioni, senza furbizie e pieno di cuore e di fiducia nella forza della musica e delle canzoni.[/toggler]
[toggler title=”02. Sbagliato – (04:30)” ]Un flusso di due chitarre che attraversa come un fiume irregolare il paesaggio emotivo di un essere umano, nel tempo che scorre, tra le domande senza risposta e l’allegria come risorsa irrinunciabile anche quando il senso delle cose sfugge. Se fosse un vino avrebbe sentori di balera e di West Coast, se fosse una maglietta sarebbe quella che hai da sempre nel cassetto, consumata con qualche buco e piena di storie, che ti porti con te in ogni trasloco, se fosse una moto avrebbe le cromature arrugginite ma partirebbe al primo colpo.[/toggler]
[toggler title=”03. Chiaro Di Luna – (03:59)” ]Romantica, è talmente intima che potrebbe disintegrarsi se si ascolta in più di due persone alla volta. E’ la musica del futuro, quando ci sarà il black-out potremo sempre contare su questa canzone, e sulla luna.[/toggler]
[toggler title=”04. In Italia – (05:15)” ]È l’Italia di Lorenzo, semplicemente e senza filtri, è un paese amato come si fa con le cose che non si scelgono ma ti vengono date prima di sapere cosa farne e senza libretto di istruzioni. Il luogo dove si nasce, la famiglia, il paesaggio dove si cresce, le persone che si incontrano nel cammino. L’Italia di Lorenzo è afrobeat, è funk, è hip hop, ma c’è anche la fisarmonica, è una lista di facce e di immagini, senza nessuna coerenza apparente, ma la coerenza è sempre e solo apparente, perché esistono tante “italie” quante sono quelle vissute immaginate amate sfuggite criticate e abitate.[/toggler]
[toggler title=”05. Le Canzoni – (04:09)” ]È l’unico pezzo con la cassa dritta di Oh, Vita!, talmente dritta che c’è solo lei a comporre la ritmica, quanto basta per ballare forte, molto forte, con le strofe frenetiche e i ritornelli che si tuffano nella goduria. Una specie di manifesto pop, sul fatto che la “bellezza” che teoricamente dovrebbe salvare il mondo forse non lo salverà, ma la libertà invece sì, lo salva in continuazione, e continua a farlo girare.[/toggler]
[toggler title=”06. Viva La Libertà – (03:41)” ]Che cos’è la libertà nessuno lo sa dire, ma quando c’è si fa riconoscere, e poi scappa di nuovo, e bisogna andare a cercarla, e così all’infinito. Gli americani, che hanno una definizione per tutto, questa canzone la chiamerebbero una “campfire song”, ma sta benissimo anche alla fine di un concerto elettrico, quando si riaccendono le luci del palasport, e ci si guarda in faccia e per un attimo quella parola ha di nuovo senso e significato, e puoi portartela con te quella sensazione e “farla durare, e darle spazio”.[/toggler]
[toggler title=”07. Navigare – (03:33)” ]Il cantautore Lorenzo Cherubini alle prese con una linea melodica sinuosa e un sound da cinema, che si collega alla scuola delle colonne sonore italiane, amate alla follia da Rick Rubin, che quando ha sentito il demo di questo pezzo, che era fatto solo con una chitarra, ha guidato la produzione verso una zona più avventurosa, una navigazione a vista. Non è un pezzo consolatorio, è l’emozione di un uomo adulto, che non si arrende, un marinaio di città e, come succede nelle canzoni, più ci si allontana e più si è autobiografici.[/toggler]
[toggler title=”08. Ragazzini Per Strada – (03:13)” ]Un giro di accordi, un giro di ricordi, un giro per le strade di un’amicizia antica che torna a bruciare nel petto, perché basta guardare fuori dal finestrino girando in macchina per qualsiasi città per accorgersi che c’è sempre qualcuno a ripetere il rito della crescita, del passaggio dalla spensieratezza alla vita, provando a restare flessibili, perché le cose continuano a trasformarsi anche quando pensiamo di no. Anche in questa canzone c’è solo quello che serve, le parole, una melodia, la voce, una chitarra. Stop.[/toggler]
[toggler title=”09. Quello Che Intendevi – (04:51)” ]Ancora la libertà, sempre lei, chiodo fisso che continua a staccarsi dal muro, perché l’intonaco non regge più. Sono quattro storie in bilico tra destino ineluttabile e libertà, la frontiera dove succede quasi tutto. La forza di gravità, la voglia di staccarsi da terra e tutto su un giro di blues che più essenziale non si può, ma non manca nulla, perché qui è tutto vero, come ribellarsi allo sguardo piatto sulle cose, alla visione in bianco e nero. Le cose cambiano, a volte, il futuro non è scritto.[/toggler]
[toggler title=”10. SBAM! – (04:20)” ]La base era arrivata dagli Ackeejuice Rockers, un duo di dj di Bassano che producono mumbatone e dancehall. Lorenzo ci ha scritto la canzone, Rubin l’ha trasformata in una macchina da festa, che farà tremare i palasport. Parla dello Sbam! Chi non sa cos’è lo Sbam! vuol dire che non è mai stato ad un concerto di Lorenzo, e allora deve rimediare in fretta![/toggler]
[toggler title=”11. Amoremio – (04:28)” ]Scritto tutto attaccato, come un nome proprio, lessico familiare, l’altro piatto della bilancia, l’eterno squilibrio meraviglioso, la figata della schermaglia amorosa. La dedica più bella è sempre quella che si fa all’altra metà, per ricomporre la figura intera, quella con due cuori e lo sguardo nella stessa direzione. E’ un robot innamorato quello che canta amoremio, con l’autotune a palla e il pianoforte un po’ scordato, perché il paradosso è sempre la scelta a cui affidarsi. La parità ti dona, la superiorità ancora di più, dice lui a lei, e lo pensa veramente, ci puoi scommettere.[/toggler]
[toggler title=”12. Paura Di Niente – (03:44)” ]Di cosa parla Lorenzo in questa canzone? Lui non sa rispondere perché parla di un momento che ne ha dentro tanti, c’è la perdita, c’è l’amore, c’è la solitudine, la speranza, la lotta, la festa, la vita, la spazzatura, i bicchieri rotti per terra dopo una notte che si è ripetuta per tante notti, ci sono i soldati, la colpa, l’avventura, ma non si sa di cosa parla questo pezzo. Però qualcuno si emoziona, chissà perché.[/toggler]
[toggler title=”13. Affermativo – (04:10)” ]Qui ce n’è uno vivo. Non una statistica, non un numero sempre in più in basso sulla pagina del giornale, ma uno vivo, come chi canta, come chi ascolta. Come chi ha attraversato il suo mare stamattina e lo fa tutti i giorni. E’ una storia, qualche rima baciata e qualche rima così urgente che dimentica di baciarsi. L’atmosfera è l’ombra di una cumbia nel deserto del Sahara o in una città europea, da qualche parte, dove siamo già stati, a rivendicare un cielo.[/toggler]
[toggler title=”14. Fame – (08:17)” ]Si scrive fame, e si pronuncia fame, non è la traduzione di fama, ma anche un po’ sì, non è lo stomaco vuoto, ma anche un po’ si. Qualcuno dice che lo stomaco è il secondo cervello, e qualcuno addirittura che è il primo, ma sono teorie. Un verso di Bob Marley dice “ho la pancia piena ma ho fame” e Gabo Marquez in un’intervista rispose “non sono diventato ricco, sono un povero che ha fatto un po’ di soldi”, e poi c’è il solito Steve Jobs di “stay hungry, stay foolish”. Ecco, non è una solo una questione di stomaco e cervello, c’è anche il cuore di mezzo, il motore delle passioni ha tre cilindri e si alimenta con tutti i carburanti possibili, dai più sostenibili a quelli più pericolosi.[/toggler]