
“Ipocrita Fratello” è il nuovo singolo di Anastasio

E’ online il video del brano “Ipocrita Fratello” con cui Anastasio ha accompagnato l’uscita del suo nuovo lavoro discografico.
“Le Macchine Non Possono Pregare” (Woodworm), questo il titolo dell’album, segna il ritorno dell’Artista Metese, dopo un silenzio discografico di tre anni (“Milelemedicina” 2022), presentandosi come un progetto ambizioso e multidimensionale.
L’album infatti rappresenta un vero e proprio universo narrativo che continua in una graphic novel scritta insieme a Davide Nota ed Egidio Matinata e illustrata da Arturo Lauria, confermando la volontà dell’Artista di andare oltre i confini tradizionali della musica attraverso una narrazione più ampia e immersiva.
In “Le Macchine Non Possono Pregare”, composto da 12 brani inediti, Anastasio si muove con naturalezza tra Rap e Cantautorato, arricchendo i testi di riferimenti letterari, suggestioni cyberpunk e riflessioni filosofiche. Il Fil Rouge è rappresentato da una critica lucida e amareggiata alla società contemporanea, dominata sempre di più dalla tecnologia e dagli algoritmi, che l’Artista “incarna” in un moderno Ciclope: potente, cieco e incapace di comprendere la vita e la spiritualità.
Il titolo stesso dell’album racchiude il senso profondo dell’opera: la tecnologia, per quanto avanzata, resta priva di anima e incapace di trascendere.
“Le Macchine Non Possono Pregare” si configura come un’epopea moderna, una sorta di “Opera Rap” che racconta la ribellione spirituale dell’individuo contro un sistema che tende a renderlo un’appendice della macchina.
A livello musicale l’album si presenta con una produzione curata nei dettagli, con arrangiamenti che spaziano dal Rap più crudo a momenti di grande intensità melodica, mantenedo sempre costante il livello narrativo.
IPOCRITA FRATELLO
[Strofa 1]
Da bambino ero un figo
Mi divertivo come un primitivo
Non c’era niente a parte l’attimo presente
E quello successivo e quello che veniva
Ero come puro istinto, il mio cervello faceva mentre capiva
Ero un grumo di carne viva e pura percezione
Mi hanno bombardato di frequenze mediaset
E mentre Berlusconi mi sessualizzava
Intanto l’istruzione si scopava il mio cervello vergine
Ci penso spesso: l’educazione è un mezzo esperimento
È un po’ un’operazione a cuore aperto col paziente sveglio
E per quanto tu resista all’occhio del ciclope che ti fissa la tua anima è terreno di conquista
Mi risveglierò ammaestrato dallo schermo
Sarò come quell’insetto con il fungo nel cervello
Manco i sogni mi appartengono
E i bisogni che rincorro non mi servono
A pensarci sono loro che mi inseguono
[Ritornello]
E allora fuggi, cambiati la maschera, apri le prigioni, combatti chi ti incarcera nei ruoli
Non si fermano nemmeno se ti arrendi, nemmeno se muori
Sono tutti secondini ed imbalsamatori
Fuggi, cambiati la maschera, apri le prigioni, combatti chi ti incarcera nei ruoli
Non si fermano nemmeno se ti arrendi, nemmeno se muori
Sono tutti secondini ed imbalsamatori
Fuggi, cambiati la maschera, apri le prigioni, combatti chi ti incarcera nei ruoli
Non si fermano nemmeno se ti arrendi, nemmeno se muori
Sono tutti secondini ed imbalsamatori
[Strofa 2]
Io non capisco davvero che cazzo dicono
I discorsi sul progresso mi deprimono
A chi parla di radice e tradizione manca il senso del ridicolo
E ci credono talmente che se incontrano Cristo lo crocifiggono
E dimmi che senso ha, ma guarda che cazzo dici
Ti scandalizza l’albero e difendi le radici
E il tuo nemico, viceversa, le radici non le accetta
Si aggira per i boschi con l’accetta ma aspetta un po’
Non è che siete entrambi dei coglioni?
Un albero si espande in entrambe le direzioni
Dentro terra e verso il cielo, questo è il mio pensiero
Passatisti e futuristi via dal mio sentiero
File di 1 e 0, guerra degli automi
Vecchi stregoni danno i nomi alle fazioni e ai ruoli in cui ti muovi
E intanto che mi ascolti ti ho hackerato i sogni
Ed è inutile che corri, i ciclopi sanno dove ti nascondi
Ma nel caso tu non l’abbia già capito
Niente li spaventa come un pixel impazzito
Temono quel senso di fastidio permanente
E infatti ti diranno di essere te stesso sempre
E invece, come pelle di serpente sarà la tua faccia
Cambiala, forgia la tua maschera dall’acqua
Tu non ti conosci quindi sfidati a duello
Ipocrita che ascolti, mio simile, fratello
[Outro]
(Ipocrita che ascolti, mio simile, fratello)
LE MACCHINE NON POSSONO PREGARE
- La mosca
- Il cyber-ciclope
- Madre elettrica
- 1848 (Aboliamo il tempo)
- Il cigno
- Allora vattene
- Sono un animale ferito
- Ipocrita fratello
- Hacker Harakiri
- Il mondo di domani
- Le macchine non possono pregare
- La pioggia